
Emmanuel Gallot-Lavallée. Amare, amare, non c’è altro
Quando conobbi Emmanuel Gallot-Lavallée a Roma per la pubblicazione del suo primo libro ebbi da subito un’impressione: ero di fronte a un grande artista, all’insegnante che avrei sempre voluto a scuola, a una persona che fa della semplicità un manifesto in cui crede davvero.
Dal 2010 si susseguirono tanti suoi libri, e più i titoli uscivano, più mi rendevo conto di quanto pazzesco fosse questo autore un po’ folle, tanto saggio, così lieve. Ogni volta, ogni lavorazione delle sue bozze era un modo per imparare, riflettere, sorprendersi.
I grandi cercano nel fondo della grotta il senso della loro esistenza
senza capire che nel fondo
c’è solo il fondo
e che il sole è dall’altra parte.
Le cose ovvie chiedono intelligenza.
Emmanuel Gallot-Lavallée è l’archetipo dell’Artista, del Maestro che ciascuno di noi prima o poi nella vita sente il bisogno di incontrare.
Attore teatrale, formatore, pedagogo, direttore e fondatore di scuole e compagnie di teatro, e poi ancora autore, pittore, scrittore, creativo.
La semplicità dei suoi modi, la profondità delle riflessioni che rivolge al suo pubblico, l’apertura del suo sguardo, l’intensità della poesia che diffonde e l’armonia nei gruppi che riesce a creare è ogni volta un’esperienza indimenticabile.
Così, ogni volta che scrivo di Emmanuel Gallot-Lavallée mi rendo conto di come sia riduttiva qualsiasi descrizione. Perché Emmanuel lo si deve ascoltare, è bello osservarlo mentre veloce alterna riflessioni sul silenzio punteggiate da interventi sull’arte di meravigliarsi, o sulla bellezza della fragilità (come nel recente suo spettacolo-conferenza tenuto a Reggio Emilia
nell’ambito di Reggio Emilia Città Senza Barriere).
Così sono i piccoli,
felici per natura.
Al contrario dei grandi,
infelici e privi di natura.
Emmanuel è un Maestro, di quelli che lasciano segni nel cuore prima ancora che saggi da leggere. I suoi libri, mi piace sempre consigliare, sono da aprire a caso, perché la lettura delle sue pagine sia una carezza prima che un’istruzione. Emmanuel è un Artista che offre la sua arte come se fosse un mazzo di rose spontanee.
La vita, d’altronde,
è piena di sconfitte.
A pensarci bene
le vittorie stesse sono sconfitte
non arrivate ancora a maturazione.
Ascoltare, conoscere e incontrare Emmanuel Gallot-Lavallée è sempre un’occasione speciale, uno di quegli incontri che aprono sguardo e cuore e riescono a spalancare in maniera imprevista nuove prospettive.
Ti fa stare bene, è la mia risposta alla domanda che spesso mi rivolgono sul perché consiglio di leggere i suoi libri, o sul perché suggerisco di assistere ai suoi spettacoli, alle sue conferenze, ai suoi corsi. Che poi siano seminari in aula, conferenze a teatro, lezioni nei boschi, mostre allestite per strada poco importa, perché l’esito è sempre imprevedibilmente poetico, toccante, profondo e disarmante nella sua intensità.
Piccola mostra di pittura per strada. Museo senza mura né guardiano.
Un bambino si è fermato: “Ma perché hanno gli occhi storti i tuoi disegni?”
“Per far ridere! Le cose vanno un po’ storpiate per essere viste meglio”.
Ma quella sua arte di meravigliarsi Emmanuel la trasmette oltre che con le parole, i gesti, il mimo, la chitarra, anche con i suoi disegni: delicate figurine celestiali trovano vita in dipinti dall’intensità disarmante, così forti e insieme tanto lievi, così realistiche quando sono mamme, tratteggiate in molteplici sfaccettature che veicolano un senso prima ancora che un’immagine, vere opere d’arte in grado di commuovere, far sgorgare lacrime di emozione e, contemporaneamente, di far star bene.

Sorrisi appena accennati, corpi esili e immateriali o rotondi e lunari, animali immaginari, profondità di sguardi, parole gettate su carta quasi in modo distratto, timido, a volte urlante.
Il dipinto recentemente dedicato a San Francesco è poesia pura, emozione senza ostacoli, cuore senza filtri.

Amare, amare. Non c’è altro.
Il tubo blu in cui Emmanuel spedisce le sue opere sembra quasi un oggetto sceso da qualche galassia, e srotolare la carta sul tavolo e lentamente veder comparire il dipinto è un gesto degno di diventare indimenticabile. Molto più di un quadro, l’arte di Emmanuel è sentimento puro che fa fiorire poesia e bellezza.
