Raccolgo storie

Shabby sentimentale

Ci sono case. E poi ci sono case del cuore. Quella di Annalisa e Fabrizio, coppia di liberi professionisti, è una di quelle. Ci troviamo nel centro della Torino più elegante e borghese del quartiere Crocetta dove palazzi storici dell’Ottocento si affacciano su vie rinomate per lo shopping dall’allure sempre ricercata ed esclusiva. Negli anni ho sempre ricevuto un’impressione algida e un po’ distaccata da questa Torino d’élite, fino a quando sono entrata nell’appartamento di Annalisa e Fabrizio. La prima impressione, salendo al quarto piano su un ascensore storico in cui è ancora ben visibile l’area in cui era presente il divanetto per far accomodare le persone durante la breve salita, è quella di trovarsi in un allora. Anzi, in un ailleurs. Sì, perché mi è bastato arrivare sul pianerottolo e scorgere la padrona di casa sulla soglia per sentirmi in quella sera di dicembre molto lontano dalla Torino un po’ severa del quartiere.

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Come a Saint-Tropez, passando per Montecarlo, fino a Nizza, grazie alla passione dei proprietari torinesi per il gusto romantico dal sapore country chic rivisitato in chiave molto personale, sofisticato e fortemente connotato da un’impronta décor in cui primeggia il fait à la main.

IMG_20151213_224305È sovrana la luce: quella soffusa di un grande albero di Natale tempestato di boule di vetro, cavallini di legno, nastri di organza che rimbalza delicata sul bianco e grigio (“un bianco sporco di lilla polvere” realizzato con cura dal colorificio Morano) che connota i mobili di famiglia ridipinti a mano dai proprietari.

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Mi colpiscono i dettagli, mi attraversano con la prepotenza dei discorsi importanti le storie raccontate dagli oggetti, in una sensazione generale di sincero sentimentalismo.

Il mio sguardo si posa sulle tende realizzate a mano dalla padrona di casa con le stoffe in fantasia toile de jouy (acquistate nella boutique Marinette di Saint-Tropez), poi sulla piattiera dedicata alla collezione di ceramiche inglesi nei toni del bianco e blu, e ancora sul comò ridipinto a regola d’arte da Fabrizio in nero con lettere a stencil fatte su misura, poi sulla tavola, apparecchiata in rosa pallido con grazia e affetto da Annalisa…

Il rispetto della tradizione, nella scelta delle posate francesi di famiglia, dalla collezione infinita di cucchiaini storici a quella di cavalli (grande passione del padrone di casa), ma anche il gusto dell’innovazione nella ricerca continua di nuove suggestioni grazie anche ai marchi Maisons du Monde e Zara Home, rendono tutto suggestivo e dal gusto esotico.

“Shabby?”, chiedo.
“Sentimentale”, mi rispondono.

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Come se tutto questo ancora non bastasse a rendere indimenticabile la mia visita, un alberello di Natale fatto a mano con legnetti del mare (“raccolti nella nostra spiaggia preferita di Saint-Maxime”) conferma la mia convinzione che gli oggetti che hanno una storia da raccontare sono quelli che in fondo ci rappresentano meglio.

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Li ringrazio e mi congedo, come in un allora in cui eravamo dame e cavalieri, come in un oggi in cui un semplice the può farci scoprire un sapore diverso se sorseggiato nelle tazze vintage di Royal Albert…

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