Anche per questo piatto francese fine Ottocento (come per l’altro piatto della stessa serie) il riferimento alle grazie botticelliane viene spontaneo: l’iconografia spettacolare dedicata alle Muse della natura, preziose personificazioni dei mesi della stagione estiva, si sviluppa sullo sfondo di un roseto e sulla base di un tempio di cui si vede una colonna: sulla sinistra, una fontana di giovinezza, mentre, in primo piano, tre Muse si intrattengono a onorare i fiori e i frutti della stagione. Un piccolo tocco di memoria seicentesca ispirato alla Vanitas nel cesto in primo piano rovesciato da cui fuoriescono pesche e uva.
L’iconografia vuole essere un inno allo splendore della bella stagione annunciando sottovoce il sopraggiungere dell’autunno.
Il bordo è costellato di minuscoli mazzolini di fiori in anse a rilievo e delicati decori dorati.
La suprema bellezza di questo piatto lo rende un oggetto nuziale, beneaugurante, un inno allo splendore dell'”Età dell’Oro” che costituisce un perenne riferimento all’esprit de jeunesse.
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